Behandlung: Intraokulare Kontaktlinse ICL
> Sono fortemente miope da quando ero bambina, come molti nella mia famiglia.
> A 9 anni, dovendo scegliere quale regalo di compleanno fra le lenti a contatto e la bici, non avevo esitato: le lenti significavano libertà di movimento, una visione perfetta e la fine della scherniture dei compagni di scuola. Il titolo di ‘quattrocchi’ me lo sono portata dietro fino in età adulta e, come molti, avere un handicap viene spesso vissuto involontariamente come qualcosa di cui vergognarsi, forse perché si è più vulnerabili in quanto dipendenti: in questo caso dagli occhiali o da qualcuno che ti dica dove ti trovi (in spiaggia o in piscina all’uscita dall’acqua, solo per fare un esempio).
> Era quindi suonata come un ‘verdetto’ la frase del medico, in occasione di una visita al pronto soccorso per l’ennesima irritazione, qualche mese prima dell’intervento: ‘gli occhiali dovranno diventare i tuoi migliori amici’. 36 anni dopo aver convissuto con le lenti, sarei dovuta tornare ad avere una qualità di vita non comparabile a quella di una portatrice di occhiali con 10 diottrie. Da adulta i problemi però sono ulteriori, perché le attività sono maggiori come pure la necessità di essere performanti ed efficienti.
> Grazie agli sviluppi della tecnica, le protesi del miope (lenti correttive) hanno fatto grandi passi: se negli anni ‘80 gli occhialini da nuoto o le maschere per la subacquea con lenti correttive erano poco diffuse, oggi sono molto più accessibili. Sono state però tante le occasioni in cui questo ,handicap, nonostante le lenti a contatto, mi ha comportato delle difficoltà, a partire dal reclutamento per l’esercito, o nella pratica di determinati sport (p.es. quelli acquatici). Le lenti a contatto sono comunque state ‘la mia salvezza’ fino al giorno del famoso ‘verdetto’. Avevo forse esagerato nel portarle e i miei occhi si stavano leggermente stancando, con infiammazioni ricorrenti. Pertanto dovevo tornare agli occhiali, spessi e con i quali non ci vedevo altrettanto bene.
> A seguito di un arrossamento degli occhi a pochi giorni dal tiro obbligatorio nel 2018, sottoponendomi ad un controllo presso l’Ospedale Italiano di Lugano, mi era stata confermata la necessità di ridurre le ore di utilizzo delle lenti a contatto. Come detto, con gli occhiali però non mi trovavo a mio agio, non avevo la stessa visibilità. Questa è stata quindi l’occasione decisiva per informarmi sulla possibilità di un intervento.
> La Augenklinik di Lucerna mi è stata indicata con delle ottime referenze. Da qui il passo è stato breve: sul sito era possibile fare un primo test e poi, a dipendenza dell’esito, fissare un primo appuntamento. Così l’estate scorsa ho incontrato il Dr.med. Philipp Bänninger e la Dr.med. Sandra Furrer. Per la prima volta mi sono sentita capita da qualcuno che non ha il mio handicap, ma che comprende quanto la qualità di vita, senza la possibilità di vedere bene e poter far capo a delle lenti a contatto, sia inferiore rispetto a chi ci vede bene. Tutto lo staff è stato estremamente professionale, cortese e accogliente. Gli interventi ai due occhi hanno avuto luogo a due settimane di distanza a fine novembre e inizio dicembre: è stato il più bel regalo di Natale. Già durante il primo intervento, non appena inserita la lente intraoculare, ho potuto riconoscere vagamente il Dr. Bänninger: non era più solo una sagoma fosca! Con mio enorme stupore, già ca. 30 minuti dopo l’intervento è stato tolto il bendaggio e...ho pensato alla parabola di Lazzaro ‘alzati e cammina’! La mia vita è cambiata in meglio: non ho più bisogno dell’aiuto di terzi in determinate circostanza (p.es. per praticare determinati sport acquatici, o quando esco dal mare e devo trovare la mia sdraio in spiaggia). Mi sono potuta iscrivere alla società di salvataggio della mia città, non inciampo più in qualche angolo quando di notte devo alzarmi e non trovo gli occhiali, riconosco le persone I’m piscina, la mattina mi alzo e ci vedo! L’intervento mi ha permesso di garantirmi l’autonomia, la sicurezza e l’autostima, anche sul lavoro.
> Per questo ringrazio tutto lo staff del Dr. Bänninger, dagli anestesisti, agli ottici che hanno eseguito tutti i preparativi (in particolare l’ottico Lars Inauen!) alle infermiere: mi hanno dato una nuova vita!